“Make Instagram Instagram Again”: Instagram che imita TikTok sembra piacere solo a Mosseri.

Instagram continua a copiare TikTok, dando sempre più spazio ai Reels e meno alle foto. Un’imposizione dall’alto sulle tecniche comunicative dei creator, che per rendere visibili i loro contenuti sono vincolati ad assecondare le regole del gioco.



“We are no longer a Photo-sharing app! We’re going to be experimenting with how do we embrace video more broadly- full screen, immersive, entertaining, mobile -first video.”

Lo dichiarava il 30 giugno 2021 Adam Mosseri, CEO di Instagram.

Quando però il 21 luglio di quest’anno Mosseri ha annunciato in un reel l’imminente messa in atto di questa transizione gli utenti di IG si sono scatenati contro queste modifiche strutturali della piattaforma.


Ma in cosa consistono questi cambiamenti?

Instagram replica pesantemente il modello TikTok sia nell’interfaccia che nelle impostazioni degli algoritmi:

Nuovo feed

  • La visualizzazione sarà full-screen (come per i reels e le stories). 
  • Cambiamento completo della navigabilità e di come ci si muove nella app
  • Didascalie penalizzate dalla nuova visualizzazione, in quanto più scomode da leggere (saranno visualizzate sul contenuto)

Più Reels

  • Instagram mostrerà più reels rispetto agli altri tipi di contenuti
  • Penalizzazione in termini di visibilità organica per chi non produce reels

Meno post degli utenti seguiti nel nostro feed

  • Vedremo sempre meno contenuti degli account che seguiamo rispetto a quelli che ancora non conosciamo, che invece avranno uno spazio maggiore nel nostro feed
  • Grande penalizzazione delle community, create con fatica, impegno e costanza negli anni dai creators.

Ma facciamo un breve passo indietro.


La protesta

Quest’ennesimo aggiornamento arriva dopo una serie di cambiamenti che si sono susseguiti in modo molto rapido e che hanno toccato profondamente il modo di fare e usufruire dei contenuti.

I creators hanno sempre elaborato un loro modo di comunicare scegliendo le piattaforme sul quale farlo in base anche alla loro struttura e alle possibilità che essa offre.

Per i fotografi, ad esempio (ma anche per tutti coloro che prediligono il visual storytelling!), Instagram ha rappresentato per anni il social network perfetto per valorizzare le immagini statiche.

Mentre l’utente medio lo usa per condividere le sue fotografie migliori, e per vedere quelle dei suoi amici e delle sue nicchie di interesse.Questi stravolgimenti fanno sentire disorientati entrambe le categorie, che si sono organizzate nella petizione “MAKE INSTAGRAM INSTAGRAM AGAIN” su Change.org, diventata virale dopo le condivisioni di influencer come Kim Kardashian e Chiara Ferragni.

Ma Mosseri ha risposto in maniera brutalmente sincera: se il contenuto video ci incolla per un tempo più lungo davanti lo schermo, diventa fondamentale per il social network incentivare questo tipo di contenuto che prolunga l’utilizzo dell’app. Più tempo per mostrare inserzioni, e monetizzare. E lo dichiara già da un anno.


La protesta contro la trasformazione di Instagram in TikTok ci ha regalato meme divertententissimi:


Ma la creatività dei creators e il loro impegno a costruire community sulla base del linguaggio da loro scelto, di fatto vengono vanificati e penalizzati, in virtù dell’ omologazione dei contenuti in base al più profittevole.

È la legge del mercato che cambia le regole della comunicazione.

E questo non è così divertente.

Cosa resterà di tutta questa mobilitazione?

Dalla risposta di Mosseri sembra chiaro. Probabilmente solo l’amarezza inascoltata di tanti creators che dopo anni di impegno si trovano senza un luogo dove continuare quel dialogo spontaneo e non vincolato dall’alto con i propri follower.